Poster della Pace
Ogni anno i Lions club di tutto il mondo sponsorizzano il concorso Un Poster per la Pace presso le scuole di tutto il mondo, attraverso il quale gli studenti delle scuole secondarie di primo grado esprimono artisticamente il proprio concetto di pace. Il tema del concorso Un Poster per la Pace del 2010-11 è “Visione di Pace”e i partecipanti hanno utilizzato tecniche diverse, tra cui carboncino, pennarello, matita e pittura per esprimere il tema.
Ogni anno vengono selezionati ventiquattro finalisti internazionali, che rappresentano il lavoro di oltre 350.000 giovani partecipanti in tutto il mondo. I poster vengono condivisi a livello globale tramite Internet, stampa e mostre in tutto il mondo e vengono giudicati in base a originalità, merito artistico ed espressione del tema. I poster sono sottoposti a diversi livelli di giudizio: locale, distrettuale, multidistrettuale e internazionale. A livello internazionale, una giuria costituita da esperti di arte, pace, giovani, educazione e media sceglierà il vincitore del primo premio e i vincitori dei 23 premi al merito.
La premiazione a livello distrettuale si è svolta a Treviso il 26 marzo.
Il 13 maggio, al Liceo Dante di Trieste, il nostro Club assieme al Trieste Europa ed al Trieste Miramar ha partecipato alla consegna dei premi ai partecipanti al concorso: sei gli istituti coinvolti, scuole ed oratori, 45 gli alunni premiati e 7 gli insegnati di riferimento.
A seguire un intervento del nostro amico Roberto Ferretti.
EH, SI FA PRESTO A DIRE PACE!
Ho assistito ieri alla cerimonia di consegna, da parte di 3 Lions Club triestini, degli attestati di partecipazione ai ragazzi che hanno presentato disegni al progetto “Poster della pace”.
Mentre guardavo l’aula magna del liceo, dove si svolgeva la premiazione, piena di ragazzi, di genitori ed insegnanti, pensavo che il pomeriggio era molto bello e ben riuscito e la presentazione del Lions aveva un pubblico ed un’ occasione di grande impatto.
Chissà quante di queste cerimonie si stavano svolgendo in giro per l’Italia e “l’idea lionistica” trovava in questi momenti un elemento di visibilità di grande efficacia.
Eppure, come molte altre volte, pensavo che stavamo sprecando una occasione per fare qualcosa di più. Mi spiego.
Ai ragazzi i Lions hanno dato un attestato, qualche regaletto, condito con pochi “bla bla”di circostanza del Presidente di turno. Sfido io chiunque a non essere in grado di dire “bravi ragazzi che dovete amare la pace”. Non occorre essere “leaders” e portatori di grandi idee, come dovrebbero essere i Lions.
Noi, invece, dovremmo fare un discorso più completo, che esalti la pace al di là dei clichè e della inutile retorica, e questo per dare alla cerimonia un obiettivo diverso e superiore alla distribuzione di qualche patacca e di qualche complimento sul buon uso dei pennelli e dei colori.
Dovremmo, cioè, dare dei segnali in linea con i nostri valori (ma abbiamo ancora valori?).
Dovremmo dire ai ragazzi che “la Pace” è un concetto complesso, che non riguarda solo i cannoni e non si esaurisce nello stringere la mano allo sconosciuto che ti sta vicino durante la messa.
E’ un sentimento che deve pervadere il comportamento di ognuno e in ogni tempo ed ogni circostanza, Perché “guerra” non la fanno solo gli eserciti, ma migliaia di individui la fanno in famiglia, nel condominio, nell’autobus, nel traffico, nei tribunali, ingolfati da cause dovute a contrasti di ogni tipo. Prima di portare in piazza la bandiera della pace, dovremmo essere capaci di risolvere pacificamente i nostri problemi quotidiani con gli altri, senza ricorrere ad atti di violenza.
Infatti, se l’individuo non riesce a vivere in pace nel suo piccolo mondo, non si vede come possiamo perseguire la pace quando l’orizzonte si allarga ed entrano in campo interessi ed entità maggiori.
Ma dobbiamo anche essere sinceri con noi e con gli altri. In classe, quando il violento di turno ti ruba la merenda o la penna regalo di papà, puoi offrire forse l’altra guancia una volta, ma successivamente una reazione adeguata, ma forte è giusta e legittima.
Dovunque, quando sei sottoposto ad una violenza, non è contraria alla natura umana la legittima difesa, seppure badando a non eccedere nel contrasto.
Vogliamo parlare degli Stati? Vogliamo chiedere agli strenui difensori della pace se ritengono colpevoli gli Stati che hanno fatto la guerra a Hitler, impedendo al folle progetto del nazismo di conquistare il mondo?