Chi siamo e cosa vogliamo essere…
A chiusura del numero di maggio della nostro notiziario distrettuale Infotiadue viene pubblicata una lettera di un amico del TS Host, che propone una riflessione sulla nostra associazione.
Queste le sue parole:
Dopo averla letta attentamente, mi sono reso conto che non ero molto d’accordo con quanto scritto, e che – soprattutto – non ci vedevo tutto questo spirito propositivo. Così mi sono deciso a scrivere una lettera al Direttore, Ugo Lupattelli, con le mie osservazioni, con un spirito cautamente critico, sena voler offendere nessuno. Ugo mi ha risposto rassicurandomi che non c’era alcun problema, e che anzi, era a disposizione per uno scambio di idee.
Vorrei ora sottoporre anche a Voi il mio pensiero, e se volete, fatemi sapere la Vostra opinione!
Carissimo Ugo,
Ho letto la riflessione del giovane amico ……………….., che – a mio parere, eh! – meriterebbe una risposta da parte di qualche “anziano”, in quanto non credo rispecchi lo spirito e la realtà della nostra associazione e sicuramente rafforza convinzioni non corrette che a volte si colgono tra i nostri soci.
Il LCI è – appunto – una grande organizzazione “Internazionale”, e per questo necessariamente complessa nella sua struttura e articolazione. Sono comuni le lamentele sulla burocrazia lionistica, ma è inevitabile perché serve per far funzionare correttamente una grossa struttura.
Sin dalle origini, una caratteristica dei Lions è stata di istituire Service di respiro mondiale, alcuni dei quali implementabili in ambito nazionale e quindi locale. Questi Service vengo recepiti dal MD, quindi dai Distretti e a cascata proposti ai Club con l’ausilio di protocolli organizzativi, di coordinamento da parte di volenterosi soci, di materiale informativo, e a volte di contributi finanziari.
Al Club si chiede l’apporto di tempo e lavoro, non di soldi. Penso ai Service quali il Lions Quest, la raccolta occhiali usati, i campi della Gioventù, oppure il nostro Progetto Martina, fiore all’occhiello del MD Italia.
Quindi non solo “raccolta fondi” da donare.
E se il Club fa raccolta fondi, la fondazione destinataria principale è (o dovrebbe essere) non la fondazione benemerita cittadina, ma la nostra LCIF, che in occasione dell’emergenza Covid-19 ha elargito 350.000 dollari al MD Italia (oltre che attivarsi in altre numerose emergenze nazionali).
Ma non basta.
Appartenere al LCI significa che se il “gruppo di amici” fosse d’accordo, potremmo raggiungere obiettivi insperabili: penso alla recente iniziativa promossa dalla nostra rivista “Che bello sarebbe se” …. tutti i Club del MD decidessero di versare una quota di 100 € a socio per un grande Service a favore degli italiani. Se anche non fossero tutti ma solo la metà, verrebbero raccolti 2 milioni di Euro.
Concludendo, sappiamo chi siamo ma talvolta non vogliamo essere quello che dovremmo essere, ovvero sentirci veramente parte di una grande organizzazione di Servizio (fondata negli Stati Uniti, non dimentichiamolo, sta lì la Sede Centrale!) e fare di conseguenza nostri gli ideali, gli scopi e le iniziative che da questa promanano durante la Convention annuale di TUTTI i Lions Club del mondo.
Un abbraccio a un Lions che si da tanto da fare!
Stefano Ravo