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Assemblea dei Soci… con musica!

15 febbraio 2018
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Prof. Stefano Casaccia con il M° Claudio Gasparoni

Prima della consueta conviviale si è svolta l’Assemblea dei soci per la presentazione delle candidature per l’anno sociale 2018/19. Ha chiuso la serata un piacevole concerto del Duo Stefano Casaccia – Claudio Gasparoni, con musiche dal barocco all’Operetta del primo 900 (da Rossini, Verdi a Offenbach, Lehar, Renzato).

Stefano Casaccia ha illustrato la storia del Flauto dolce.
Ha origini antichissime, l’età della pietra, quando l’uomo ha scoperto il suono provocato dal passare del vento tra le canne dei campi!

Il flauto dolce, detto anche flauto dritto, è il flauto più importante nella cultura europea a partire dal Cinquecento dove si usava la Famiglia dei flauti dolci, composta dal soprano, contralto, tenore e basso; come negli archi la Famiglia e’ fatta dal violino, viola, violoncello e contrabbasso.   C’erano anche le eccezioni in acuto (sopranino) e verso il basso Grande Basso in Do e Subbasso in Fa.

Stefano Casaccia ha suonato diversi tipi di flauti: Soprano barocco in ebano (copia di uno strumento del primo ‘700) ed il Flauto Contralto barocco in bosso dello stesso periodo.

Il Flauto dolce si suona muovendo la lingua e pronunciando diverse articolazioni.
La lingua è come l’archetto per il violino .
Poi si usano anche delle tecniche particolari come i “frullati” od i suoni “onomatopeici” per ottenere effetti speciali, ad esempio per rendere atmosfere particolari come le fusa del Gatto in Rossini o altri effetti quasi da ventriloquo che fa con la bocca una nota nota e con lo stomaco un’altra per amplificare effetti di lamento!   Negli Usa viene chiamato “recorder” e spesso malamente tradotto come “registratore”!!!

Ha usato in alcuni brani anche il Traversiere, l’antenato del flauto traverso moderno, ma di legno e con una sola chiave d’argento posta in fondo allo strumento.  Usato solo tra 1650 e 1730.

Il M° Claudio Gasparoni (I° Contrabbassso della Fenice di Venezia) ha illustrato la Viola da gamba.  Non è un violino, non è un violoncello, non è nemmeno una chitarra. È la viola da gamba, che c’entra un po’ con tutti gli strumenti nominati ma che mantiene una sua specifica autonomia. Si suona appoggiata a terra (per questo si dice “da gamba”) come un violoncello, ma ha ha sei corde come una chitarra (a volte anche sette, almeno a giudicare da un dipinto del Domenichino), che vengono legate allo strumento come uno liuto. (continua a leggere qui, sul sito de LINKIESTA).

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