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Incontro con il Prof. Giorgio Sedmak

12 aprile 2013

PresentazioneIl prof. Giorgio Sedmak, già ordinario di Tecnologia Astrofisica all’Università di Trieste,  ci ha parlato delle recenti scoperte in astronomia ottenute grazie all’evoluzione di telescopi sempre più complessi e potenti.

Il nostro mondo, gli altri mondi, l’Universo

Il logo dell’International Year of  Astronomy 2009, cinquecento anni dopo l’osservazione di Giove con cui Galileo Galilei nel 1609 rivoluzionò la visione geocentrica del cosmo, riportava l’immagine di un uomo e di un fanciullo e il messaggio The Universe Yours to Discover, l’Universo è Vostro da Scoprire.

L’Universo è il nostro mondo, gli altri mondi, le stelle, le galassie, tutto ciò che esiste e vediamo, tutto ciò che esiste  e non abbiamo ancora visto. Che magari non possiamo né potremo vedere, materia oscura, energia oscura, ma che influisce su ciò che vediamo e che attraverso questa influenza potremo infine conoscere.

In questi pochi anni trascorsi dal 2009 l’astronomia, la fisica, la tecnologia hanno realizzato sviluppi giganteschi nella  conoscenza dell’Universo, aprendo inevitabilmente problematiche ancora maggiori. L’astronomia ha concentrato gli sforzi principali sulla planetologia e sulla cosmologia. La planetologia ha visto la crescita spettacolare del numero e delle prestazioni e dei satelliti  dedicati allo studio della Terra, del Sole e dell’ambiente in cui la Terra vive, tanto che ormai si parla correntemente di Space Weather, clima spaziale.  Missioni robotiche hanno esplorato i principali pianeti del nostro Sistema Solare e stanno attualmente sondando la superficie di Marte, pianeta per cui è in preparazione una missione di lunga durata con equipaggio umano.  La cosmologia ha visto confermare l’accelerazione nell’espansione dell’Universo a causa di una sconosciuta energia oscura apparsa circa 6 miliardi di anni nel passato.  E’ infine notizia di questo 2013  la ridefinizione delle frazioni di materia normale,  materia oscura ed energia oscura ottenute dal satellite Planck, che ha anche osservato una asimmetria generale e alcune anomalie nella distribuzione della materia normale del nostro Universo neonato a soli 380.000 anni di età.  Alcuni problemi di fondo della cosmologia si integrano con la fisica quantistica di frontiera. La conferma del 2013 della scoperta del bosone di Higgs avvenuta all’acceleratore LHC del CERN nel 2012 e l’aumento di energia di LHC a 13.7 TeV previsto nel 2014 aprono la strada a nuovi approcci nella comprensione dell’origine e dell’evoluzione del cosmo.   L’esplorazione di queste problematiche sarà basata sui nuovi telescopi e radiotelescopi e telescopi spaziali in corso di realizzazione e sviluppo, quali ESO E-ELT,  ESO ALMA, ESA EUCLID.   L’Universo è veramente Nostro da Scoprire.

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