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La formazione del medico fra scienza e umanità

11 aprile 2024

Logo DSM 400x400Abbiamo avuto come gradito ospite il Professor Nicolò de Manzini, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute di UniTS e Direttore del DAI Chirurgia Area Giuliana e della SC (UCO) Clinica Chirurgica presso ASUGI e Presidente della European Surgical Association.  Ci ha parlato della professione medica nel nostro paese.

Le slides della conferenza sono disponibili nell’Area riservata ai soci.

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Il percorso per diventare medico è un lungo viaggio caratterizzato da molteplici tappe e sfide. La laurea in Medicina è il primo passo cruciale, ma l’accesso è regolato da un test a numero chiuso che copre argomenti come biologia, chimica, fisica e matematica. Una volta superato il test, gli studenti devono completare sei anni di studio, accumulando 360 crediti formativi universitari, compresi 60 CFU dedicati al tirocinio professionale.
Il percorso a numero chiuso per diventare medico presenta varie criticità che possono incidere sia sugli aspiranti medici che sul sistema sanitario nel suo complesso. Innanzitutto, la competizione e lo stress derivati dalla limitata disponibilità di posti possono avere un impatto negativo sulla salute mentale degli studenti e sulla loro performance. Inoltre, la selezione basata su test standardizzati potrebbe non essere il metodo migliore per valutare le capacità pratiche e di problem-solving necessarie per la professione medica. Questo potrebbe influenzare negativamente la qualità della formazione medica e la preparazione degli studenti per la pratica clinica. Inoltre, il processo a numero chiuso potrebbe favorire l’ingresso di studenti provenienti da contesti socio-economici più privilegiati, limitando l’accesso per gli studenti provenienti da gruppi svantaggiati o sottorappresentati. In sintesi, sebbene il percorso a numero chiuso miri a garantire standard elevati nella formazione medica, potrebbe richiedere una revisione al fine di migliorare l’equità, l’accessibilità e la qualità complessiva della formazione medica.

Il tirocinio è cruciale per permettere ai giovani medici di esplorare i vari campi e ruoli della professione medica, aiutandoli a scegliere la specializzazione più adatta alle loro inclinazioni. Tra la laurea e la specializzazione, i laureati possono optare per incarichi come la guardia medica per accumulare esperienza. La specializzazione avviene attraverso due percorsi principali: la scuola di specializzazione ospedaliera o il corso di formazione in Medicina Generale per diventare medico di famiglia. La scuola di specializzazione richiede il superamento di un concorso annuale e offre corsi specifici che preparano i medici a specializzazioni come pediatria, medicina dello sport o medicina del lavoro. Al contrario, il corso di formazione in Medicina Generale prepara i medici alla pratica di medicina di base e di famiglia attraverso una formazione completa che include varie rotazioni in ambiti come medicina interna, chirurgia generale e pediatria.

L’Italia si trova di fronte a un imminente aumento dei pensionamenti tra i medici, con quasi 109.000 camici bianchi che dovrebbero lasciare la professione attiva tra il 2023 e il 2032. Tuttavia, nel medesimo periodo, ci si attende una nuova generazione di medici, con circa 141.000 posti previsti per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia tra il 2023 e il 2032. Questa sovrabbondanza di professionisti, definita “pletora medica”, potrebbe sfociare in un “imbuto lavorativo” se non si interviene prontamente con politiche lungimiranti.

La programmazione nel settore della formazione medica richiede una visione a lungo termine, poiché ogni modifica avrà effetti significativi solo dopo diversi anni. Attualmente, le tendenze politiche sembrano orientarsi verso una sovrapproduzione di medici, il che potrebbe portare a una svalutazione della forza lavoro nel settore sanitario, con conseguente precarizzazione dei contratti e riduzione dei diritti. Tuttavia, il problema non riguarda solo la quantità di medici, ma anche la loro distribuzione e specializzazione. La carenza di personale sanitario in alcune aree e la migrazione verso il settore privato o all’estero evidenziano la necessità di rendere più attrattivo il lavoro nel settore pubblico e di migliorare le condizioni di lavoro e retributive.

È essenziale intervenire immediatamente per rendere il lavoro ospedaliero più appetibile e competitivo, garantendo al contempo una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata per i medici. Ciò include l’aumento degli stipendi e il ripristino delle assunzioni nel settore sanitario pubblico, nonché un’attenzione particolare a specialità come la Medicina di Emergenza/Urgenza.

Inoltre, la programmazione adeguata degli accessi al corso di laurea e un incremento delle dotazioni organiche possono contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, garantendo che i medici italiani possano soddisfare i crescenti bisogni assistenziali della popolazione.

L’abolizione del numero programmato per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia potrebbe non essere la soluzione ottimale, poiché il problema delle carenze di personale specializzato può essere affrontato attraverso altri interventi, come l’incremento dei contratti specialistici e il miglioramento delle condizioni lavorative.

In conclusione, l’incremento della pletora medica richiede un approccio olistico e multilivello da parte del governo, delle aziende sanitarie e delle università mediche al fine di garantire una forza lavoro equilibrata e competente per il futuro della medicina e della società italiana.

Redazione

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