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Trieste capitale del caffè: chi è stato?

7 aprile 2016
Dott. Allaix

Dott. Diego Allaix e coniuge insieme a Carlo Borghi

Ospite della serata con la relazione dal titolo “Trieste capitale del caffè: chi è stato?”  il dott. Diego Allaix, responsabile dei corsi per professionisti ed intenditori dell’Università del Caffè, di Trieste, creata da Ernesto Illy per promuovere e diffondere nel mondo la cultura del caffè di qualità, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento sulla conoscenza del caffè, ma anche sulla gestione e promozione del bar.

Il dott. Allaix è inoltre vicepresidente della fondazione Ernesto Illy, struttura in grado di fornire ai produttori in qualunque parte del mondo le nozioni per ottenere il meglio dalla natura, senza dimenticare le regole più efficaci per l’organizzazione della piantagione.

 A seguire una sintesi della relazione del Dott. Allaix a cura della socia Adriana Gerdina

TRIESTE E’ SCONOSCIUTA IN ALASKA O NELLA DEL FUOCO MA E’ BEN NOTA AI BRASILIANI DEL MINAS GERAIS O IN ETIOPIA. COME MAI?    

PERCHE’, NEL MONDO DEGLI OPERATORI DEL CAFFE’ TRIESTE RAPPRESENTA UN PORTO DI CONSEGNA, ATTREZZATO IN TUTTO PER TUTTO, TRA I PIU’ IMPORTANTI AL MONDO, E’ INTERESSANTE SCOPRIRE COME QUESTO SIA AVVENUTO…….

Il caffè importato in Italia nel 2012 (da gennaio –settembre) ammonta a 6.155.000 sacchi (40 % robusta) e il caffè sdoganato nel porto di Trieste arriva al 25.6 % del totale nazionale.
Questo perché a Trieste, la città del caffè, caso unico al mondo, è rappresentata tutta la filiera del caffè: (produttori), esportatori, brokers, importatori, spedizionieri, banche, assicurazioni, aziende per la lavorazione del crudo, torrefazioni, decaffeinazione, consumo.
Chi è stato a creare i presupposti per tutta questa rete di rapporti e commerci? Due sovrani illuminati, Carlo VI e Maria Teresa d’Asburgo.
Non dimentichiamo che Trieste è stata sotto il dominio austriaco dal 1382, per cui Carlo VI (1685-1740), Imperatore del Sacro Romano impero, si trovò a dover analizzare esigenze economiche, a progettare la realizzazione di infrastrutture, a stringere accordi commerciali con l’impero ottomano (dopo le vittorie nei Balcani), a utilizzare la libertà di navigazione nell’Adriatico (Venezia aveva perso l’indipendenza nel 1797) a promuovere agevolazioni sui dazi e istituire il Punto Franco (1719).
Maria Teresa d’Austria (1717 – 1780), figlia di Carlo VI imperatore del Sacro Romano Impero, Imperatrice d’Austria, con 40 anni di regno, 16 figli, di cui 10 raggiunsero l’età adulta, vide lontano e si dedicò alle riforme: catasto e istruzione primaria obbligatoria, diminuì i poteri del clero, abolì l’Inquisizione, sponsorizzò Haydn e Mozart, costruì Schönbrunn…
Oltre a ciò nel 1749 Maria Teresa promulgò “L’editto di tolleranza”, che concedeva libertà di culto, libertà di possedere beni e di negoziare da cui nacque l’atmosfera multietnica triestina. Con lo stabilirsi in città di gruppi dalle nazionalità più varie, per svolgere al meglio i loro affari in un clima di tolleranza etnica e religiosa, com’è testimoniato dai templi di tutte le fedi presenti in città: serbo e greco ortodossa, israelitica evangelica, armena, ecc.
Non si deve dimenticare che nel 1748 si aprirono le prime caffetterie:
– All’Imperatore Principe Ereditario
– All’Austria
– Alla Costanza
– Alla Regina d’Inghilterra
– Al Principe Carlo d’Austria
– Alla Stella Polare (tedeschi)
– Caffè Greco (ellenici)
Nel 1768 un decreto fissò il numero massimo di licenze in 11 e, alla fine del secolo il bar Commercio metteva già a disposizione di “gente polita” i giornali multilingue, e nel 1865 al Caffè degli Specchi si potevano trovare ben 48 testate, di cui 23 italiane, 17 tedesche, 6 francesi, 2 inglesi, tutte inserite nell’apposita intelaiatura in legno pensata per reggere e facilitare la lettura dei quotidiani.
Nel 1876 la Società Triestina Tramway inaugurò il primo servizio di trasporto pubblico urbano dell’Impero: dai Portici di Chiozza alla Rotonda del Boschetto. Nel 1896, dopo soli 6 mesi dalla sua invenzione, venne aperto il primo cinema a Trieste.
C’erano alcune torrefazioni, ma la maggior parte della popolazione si tostava il caffè a casa, mentre i negozi di alimentari vendevano caffè crudo accanto a fagioli, farina e zucchero.
In città le lavorazioni del caffè, pulitura e selezionatura venivano svolte da donne chiamate sessolotte dal nome dell’utensile che usavano.
Nel 1711 Trieste contava 3.000 abitanti, ma nel 1850 ben 70.000, indice di grande vitalità cittadina, dove lavoro e traffici non mancavano, come pure la possibilità di arricchire.
Nel 1869 avviene l’apertura del canale di Suez. Ferdinand de Lesseps fu promotore ed esecutore dei due progetti di canali più ambiziosi del suo tempo, il canale di Suez (la cui progettazione tecnica è però del trentino Luigi Negrelli), e il canale di Panama.
E il Barone Pasquale Revoltella, divenne vice presidente della Compagnia del Canale di Suez.
Per concludere, oltre a tutte le già citate premesse storiche che portarono la città a diventare un punto di raccolta, lavorazione, smistamento e commercializzazione del caffè, nel 1959 ebbe luogo l’apertura del deposito IBC.
Da non dimenticare l’importanza di strade e ferrovie che consentirono il trasporto del caffè:
– 1779: apertura della via Commerciale
– 1857: Ferrovia Meridionale Vienna – Trieste via Lubiana
– 1879: Ferrovia Pontebbana
– 1906: Ferrovia Transalpina Trieste – Baviera, con sei treni giornalieri per Vienna e due per Praga.
Per arrivare al 1921 con un treno ogni tre settimane per Vienna.

OGGI, NONOSTANTE LA SITUAZIONE GEOPOLITICA SIA PROFONDAMENTE CAMBIATA DAL TEMPO DI CARLO VI, TRIESTE E’ ANCORA IN GRADO DI ASSOLVERE AL SUO RUOLO DI CAPITALE DEL CAFFE’, GRAZIE ALLA CAPACITA’ E LUNGIMIRANZA DEI GOVERNANTI DI QUEL TEMPO.

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