Passarowitz Požarevac Trieste: i nostri Balcani
Il giornalista Pierluigi Sabatti è stato nostro ospite con una conferenza di grande interesse storico e culturale dal titolo “Passarowitz Požarevac Trieste: i nostri Balcani”, offrendo una prospettiva articolata sui legami profondi che uniscono la nostra città ai territori balcanici attraverso i secoli, e come Trieste abbia rappresentato un laboratorio unico di convivenza multiculturale.
Sabatti ha iniziato il suo intervento inquadrando storicamente la Pace di Passarowitz (Požarevac) del 1718, trattato che segnò un momento cruciale nei rapporti tra l’Impero Austriaco e quello Ottomano. Questo accordo diplomatico rappresentò non solo la fine di un conflitto, ma anche l’inizio di nuovi flussi migratori e commerciali che avrebbero profondamente influenzato lo sviluppo di Trieste nei secoli successivi.
Il relatore ha dedicato particolare attenzione alla presenza serba nella nostra città, quantificando in circa 6.000 persone l’attuale comunità serba triestina. Ha sottolineato il ruolo di figure di riferimento come Padre Raško Radović, che rappresenta un punto di collegamento fondamentale tra la comunità e le istituzioni locali. I serbi, come ha ricordato Sabatti, furono in passato “veri e propri corsari” adriatici, portando con sé tradizioni marinare e commerciali che si sono integrate nel tessuto economico cittadino.
Parallelamente, la comunità ebraica triestina, anch’essa forte di circa 6.000 membri, costituisce un pilastro della diversità culturale della città. Sabatti ha tracciato le dinamiche dell’immigrazione ebraica, evidenziando come questa comunità abbia contribuito grandemente allo sviluppo economico e culturale di Trieste, portando competenze commerciali e finanziarie che si sono rivelate fondamentali per la crescita del porto. Anche l’immigrazione dei greci ha rappresentato un altro elemento caratterizzante della Trieste cosmopolita. Il relatore ha fatto riferimento al Palazzo Carciotti, simbolo dell’influenza greca in città, soffermandosi sul significato delle statue poste all’ingresso dell’edificio, che rappresentano allegorie del commercio e della prosperità marittima. La convivenza religiosa: un modello di integrazione.
Possiamo definire straordinaria la convivenza tra le comunità di diverse religioni a Trieste: la città ospita chiese e luoghi di culto per ciascuna comunità religiosa, situati a poca distanza gli uni dagli altri, creando un tessuto urbano unico nel suo genere. Il Tempio di San Spiridione, chiesa ortodossa serba, rappresenta un esempio emblematico di questa ricchezza architettonica e spirituale che caratterizza il centro storico triestino.
Sabatti ha riservato uno spazio significativo alla figura del Barone Pasquale Revoltella, imprenditore triestino che contribuì al finanziamento del Canale di Suez, testimonianza dello spirito imprenditoriale e della vocazione internazionale della città. Ha poi parlato del Palazzo Gopcevich, residenza della principessa Darinka Kvetich, figura che evoca l’atmosfera della “Vedova Allegra” e rappresenta l’eleganza e il cosmopolitismo della società triestina di fine Ottocento. Questo palazzo testimonia l’integrazione delle élite balcaniche nel tessuto sociale cittadino.
Infine una rapida carrellata sulla situazione dei Balcani oggi, che vede un clima politico sempre teso, con persistenti tensioni etniche e un rallentato processo di integrazione europea. In Serbia, il governo di Aleksandar Vučić e del Partito Progressista Serbo è accusato di autoritarismo e controllo mediatico, mentre le relazioni con il Kosovo restano tese per il mancato riconoscimento dell’indipendenza kosovara. L’adesione all’UE è ostacolata da questa questione e da riforme insufficienti, nonostante i legami con Russia e Cina. In Montenegro, il governo filo-europeo di Milojko Spajić deve gestire divisioni tra filo-serbi e indipendentisti, con la Chiesa ortodossa serba ancora influente. I negoziati con l’UE avanzano, ma permangono criticità su giustizia e corruzione. La Bosnia ed Erzegovina è divisa tra Federazione croato-musulmana e Repubblica Serba, con quest’ultima minacciando secessione sotto Milorad Dodik. L’UE ha sanzionato Dodik, ma l’integrazione è bloccata da veti incrociati tra le tre comunità etniche. In Kosovo, Albin Kurti affronta resistenze nel nord a maggioranza serba, mentre USA e UE spingono per concessioni ai serbi. La Serbia potrebbe riconoscere il Kosovo solo in cambio di aggiustamenti territoriali. Infine Albania e Macedonia del Nord procedono verso l’UE, ma Skopje deve gestire tensioni tra macedoni e albanesi.
La conferenza di Pierluigi Sabatti ha messo in luce come Trieste rappresenti un laboratorio unico di convivenza multiculturale, dove le diverse comunità hanno saputo arricchire reciprocamente il tessuto urbano, sociale ed economico della città. Le comunità serba, ebraica, greca e altre hanno contribuito a creare quella “Trieste dei Balcani” che ancora oggi costituisce uno degli aspetti peculiari dell’identità cittadina. L’eredità della Pace di Passarowitz continua a vivere nei palazzi storici, nelle tradizioni delle diverse comunità e nello spirito cosmopolita che caratterizza la nostra città, a testimonianza dei legami storici tra Trieste e i Balcani.

