Trieste e l’Ungheria: non solo un mito
Abbiamo avuto il piacere di avere quale ospite delle serata il professor Roberto Ruspanti, autore di saggi e articoli sulla letteratura ungherese e sui rapporti culturali italo-ungheresi, ha tenuto una conferenza dal titolo evocativo “Trieste e l’Ungheria non solo un mito”, esplorando i legami storici e culturali che hanno unito la città giuliana alla nazione magiara.
Il professor Ruspanti ha tracciato a grandi linee la storia del popolo e della lingua ungherese, fornendo un quadro introduttivo essenziale per comprendere l’identità culturale magiara. L’intervento ha poi illuminato una dimensione spesso trascurata della storia triestina, quella dei rapporti con l’Ungheria che vanno ben oltre la semplice appartenenza comune all’Impero austro-ungarico, delineando come Trieste, fin dal periodo medievale, abbia rappresentato per l’Ungheria una finestra privilegiata verso il Mediterraneo, fungendo da porto naturale per i commerci ungheresi.
Durante l’età moderna e soprattutto all’epoca dell’impero austro-ungarico, questi legami si sono intensificati anche attraverso rotte commerciali e con la presenza di alcuni imprenditori, in genere ma non sempre appartenenti alla nobiltà magiara, contribuendo al cosmopolitismo della città. Nei nostri tempi
Trieste è divenuta non solo la meta turistica degli ungheresi, ma molti di loro hanno scelto di venirci a vivere stabilmente. Lo scambio commerciale con il porto di Trieste si è oggi molto intensificato con diversi treni merci che fanno la spola con l’Ungheria. Ma la vera svolta è la realizzazione del cosiddetto porto ungherese nell’area dell’ex Aquila sul canale di Muggia, un hub di grande importanza economica per l’Ungheria e per la nostra città.
La città ha ospitato una importante comunità ungherese, composta da commercianti, armatori, intellettuali e letterati che hanno arricchito il panorama culturale triestino. Emblematiche sono le figure di scrittori e poeti ungheresi che trovarono a Trieste ispirazione, contribuendo al clima di fertilità letteraria tra Otto e Novecento.
Il relatore ha evidenziato come la cucina ungherese abbia lasciato un’impronta significativa nella cultura triestina. Specialità quale il goulash, e i dolci tradizionali magiari sono diventati parte integrante del panorama gastronomico cittadino, arricchendo l’offerta culinaria di una città già crocevia di sapori.
Quanto alla lingua, il professore ha osservato che il magiaro, pur non essendo ampiamente diffuso a Trieste, conserva un particolare fascino. Contrario ai pregiudizi sulla sua presunta difficoltà, ha sottolineato come la sua struttura logica e la sua musicalità possano renderne l’apprendimento meno arduo del previsto, con alcune espressioni entrate persino nell’uso colloquiale locale.
Il professor Ruspanti ha quindi concluso sottolineando come questi legami abbiano lasciato tracce durature nell’identità triestina contemporanea, attraverso istituzioni culturali e tradizioni che testimoniano la ricchezza di un rapporto sopravvissuto alle vicissitudini del Novecento, confermando Trieste come crocevia di popoli nel cuore dell’Europa centrale.
Slides della conferenza (pdf)

