Vai al contenuto

Costruire delle prime pagine speciali

2 ottobre 2024

FBFabrizio Brancoli, giornalista professionista dal 1996, laureato in Giurisprudenza all’Università di Firenze con una tesi sulla libertà di stampa e attuale Vicedirettore di NEM – Nord Est Multimedia, gruppo editore, con deleghe per Eventi e Cultura e il coordinamento per Il Piccolo, è stato nostro ospite e ci ha parlato di un tema originale: “Costruire delle prime pagine speciali”. 

All’inizio della serata, abbiamo avuto il piacere di riaccogliere tra noi il nostro amico Giovanni “Gianni” Galati Garritto, che ritorna nel Club dopo alcuni anni di assenza, spinto dal forte desiderio di essere nuovamente parte della nostra comunità. Dopo essere stato presentato dal suo padrino, Raffaele Oliva, ai nuovi soci e agli ospiti che ancora non lo conoscevano, Giovanni è stato formalmente reintegrato come socio, accolto con un caloroso applauso da parte di tutti i presenti.


Nell’era dell’informazione costantemente accessibile e immediata, trovare un’idea originale per la prima pagina di un giornale è sempre più difficile. Le redazioni si trovano a competere non solo con altri quotidiani, ma anche con l’informazione digitale, che diffonde notizie in tempo reale e spesso in modo sensazionalistico. In questo contesto, il compito di catturare l’attenzione dei lettori diventa una sfida cruciale.

Ogni quotidiano ha una propria linea editoriale, un’identità ben definita che guida la scelta delle notizie e il modo in cui vengono esposte. I titoli, le immagini, i toni utilizzati sono calibrati per mantenere i lettori fedeli e, al tempo stesso, cercare di avvicinarne di nuovi. Tuttavia, nonostante questa ricerca di equilibrio, il pubblico è attratto dalle cattive notizie: disgrazie, crimini, tragedie, soprattutto quando riguardano il proprio territorio. Questi eventi colpiscono emotivamente e sono più facili da “vendere”, tanto che dominano spesso le prime pagine.

Ciononostante, c’è un bisogno crescente di diversificare le informazioni proposte, offrendo contenuti che non siano solo basati sul dolore o sulla paura. Parlare di cultura, buone notizie, educazione civica, istituzioni e ricorrenze storiche importanti può sembrare meno allettante, ma rappresenta un’opportunità per arricchire il dibattito pubblico e promuovere riflessioni più ampie. In questo senso, le prime pagine “speciali” diventano uno strumento prezioso per catturare l’attenzione in modo diverso, sorprendendo il lettore e offrendo un respiro fuori dall’ordinario.

Un esempio di queste prime pagine speciali è quello del quotidiano Il Tirreno, che il 29 marzo 2020 ha deciso di riportare in copertina e nelle pagine interne i nomi delle vittime toscane del coronavirus. Un gesto di grande impatto emotivo e simbolico, che ha messo in luce l’umanità dietro i numeri della pandemia. Come ha scritto Maurizio Brancoli, caporedattore del giornale: “Noi giornalisti, noi operatori dell’informazione, negli ultimi decenni, abbiamo raccontato disastri che coinvolgevano decine di persone… Oggi c’è differenza perché la quarta parete è caduta: siamo narratori e protagonisti. Ognuno di noi sta rischiando qualcosa, per sé e per gli altri”. Con quella copertina, Il Tirreno ha restituito dignità alle vittime e ha offerto ai lettori un momento di riflessione collettiva, in un tempo in cui il rischio di assuefazione ai bollettini e ai grafici era sempre più alto.

Realizzare una prima pagina speciale richiede però competenze specifiche. Non basta avere un’idea originale, è necessario tradurla visivamente e comunicativamente in modo efficace. Per questo, incaricare professionisti come grafici, illustratori o vignettisti di talento diventa essenziale. Questi esperti possono dare vita a progetti che non solo raccontano una storia, ma lo fanno con una forza visiva capace di catturare l’attenzione in maniera rivoluzionaria.

Fabrizio Brancoli conclude dicendo che le prime pagine speciali sono uno strumento potente, che permette ai giornali di distinguersi e di rompere la monotonia informativa, dando voce a temi che, altrimenti, rischierebbero di passare inosservati. Non si tratta solo di catturare l’attenzione del pubblico, ma di stimolare una riflessione più profonda e di restituire dignità alle storie che ci raccontiamo.

Questo slideshow richiede JavaScript.

No comments yet

Lascia un commento